Rilascio del permesso di costruire: non varrà più il silenzio-rifiuto

22.09.2012 10:30

 

Nel ddl Semplificazioni anche deroghe alle distanze per gli edifici colpiti da terremoti e regole meno rigide per la qualificazione delle imprese.

Procedure più snelle in edilizia e in materia ambientale in modo da favorire la crescita e lo sviluppo. Sono le soluzioni individuate dal pacchetto semplificazioni del Governo, che insieme al ddlsulle start up innovative è stato pensato per segnare la fase 2 della ripresa.

EDILIZIA
Eliminato il silenzio rifiuto sul permesso di costruire con vincoli
La bozza predisposta dal Governo prevede di eliminare il silenzio rifiuto sul rilascio del permesso di costruire in presenza di vincoli. La proposta di modifica al Dpr 380/2001, Testo unico dell’edilizia, si basa sul presupposto che il silenzio non abbia valore di provvedimento di diniego.
Per conoscere l’esito del procedimento di rilascio del titolo abilitativo in presenza di un vincolo, è quindi necessario che l’Amministrazione competente esprima un parere in modo esplicito.
Il testo supera inoltre l’attuale distinzione tra l’ipotesi in cui l'immobile oggetto dell'intervento sia sottoposto ad un vincolo la cui tutela competa o meno alla stessa Amministrazione comunale. Secondo le norme attualmente vigenti, infatti, se il Comune non è responsabile della tutela del vincolo è tenuto alla convocazione di una Conferenza di servizi. Procedura che implica un allungamento dei termini e che il pacchetto semplificazioni intende rimuovere, pur riconoscendo al Comune il potere di convocare la Conferenza di servizi nei casi in cui lo ritenga opportuno.
 
Distanze tra edifici
Il testo propone di estendere agli interventi di ristrutturazione con sopraelevazioni e aumenti di volume, effettuati nei territori colpiti da eventi sismici e calamitosi, il rispetto delle distanze vigenti all’epoca della costruzione originaria. La bozza prevede poi delle deroghe per gli edifici oggetto di piani particolareggiati che rientrano in piani di recupero e riconversione urbana.
Il DM 1444/1968 prevede invece che sia rispettata sempre la distanza di dieci metri tra pareti finestrate e porte antistanti, ammettendo deroghe solo nel caso di strumenti urbanistici anteriori contenenti norme sulle distanze.
Come si legge nella relazione del pacchetto semplificazioni, queste limitazioni comporterebbero non solo un aggravio di spesa, ma anche un incentivo alla cementificazione di nuove aree invece del ripristino degli edifici esistenti. Al contrario, rispettare le distanze in vigore al momento della costruzione, spesso inferiori al limite dei dieci metri, significherebbe poter migliorare le prestazioni energetiche, antisismiche e acustiche degli edifici esistenti.
 
Qualificazione delle imprese
La bozza propone di alleggerire le condizioni di accesso alla categoria OG11 - impianti tecnologici che, come esposto nella relazione, potrebbe implicare la cancellazione di circa 200 mila imprese che danno lavoro a 700 mila addetti. A differenza di quanto previsto dal Dpr 207/2010, il pacchetto semplificazioni propone di abbattere le percentuali necessarie per la qualificazione nella categoria OG11, portandole al 40% per OS28 - Impianti termici e di condizionamento e OS30 - Impianti interni elettrici, telefonici, radiotelefonici e 20% per OS3 - Impianti idrico sanitari, cucine e lavanderie.
 
Autorizzazioni paesaggistiche
Il pacchetto semplificazioni assegna all’amministrazione competente il potere di decidere sulle domande di autorizzazione in caso di mancata pronuncia da parte della Soprintendenza, andando quindi a modificare ilD.lgs. 42/2004.
Secondo la normativa attuale, invece, se gli strumenti urbanistici si sono adeguati alle prescrizioni dei piani paesaggistici, il parere del soprintendenteè obbligatorio e non vincolante e si considera favorevole se non è stato reso entro novanta giorni dalla ricezione degli atti. Dopo quarantacinque giorni, inoltre, l’amministrazione competente può indire una conferenza di servizi, che si pronuncia entro quindici giorni. Con la proposta contenuta nella bozza, il potere decisorio torna all’amministrazione e vengono accorciati i tempi per il rilascio delle autorizzazioni.
 
AMBIENTE
Valutazione di impatto ambientale
Per evitare l’allungamento dei tempi, la bozza mira a cancellare l’obbligo di pubblicare il provvedimento di valutazione di impatto ambientale sulla Gazzetta Ufficiale o sul Bollettino della Regione interessata dalla realizzazione dell’opera.
Come spiegato nella relazione illustrativa, l’informazione del pubblico potrebbe essere garantita dalla pubblicazione su siti informatici, individuando anche un unico portale telematico cui fare riferimento. In questo modo, i termini per eventuali ricorsi decorrerebbero dalla pubblicazione sul portale, più immediata di quella in Gazzetta Ufficiale. (fonte Edilportale)